GLI OLI ESSENZIALI

Gli oli essenziali fanno parte del corredo dei metaboliti secondari delle piante e sono in genere composti chimici fragranti rappresentati da miscele di idrocarburi mono e sesquiterpenici e altri composti ossigenati derivati biosinteticamente da questi....

Farmacista Dr. Danilo Carloni

1/23/2024

Gli oli essenziali fanno parte del corredo dei metaboliti secondari delle piante e sono in genere composti chimici fragranti rappresentati da miscele di idrocarburi mono e sesquiterpenici e altri composti ossigenati derivati biosinteticamente da questi; altri costituenti chimici comprendono i fenilpropanoidi e loro prodotti di trasformazione, ma anche composti derivati dal metabolismo di acidi grassi e degli aminoacidi; infine seppur in misura minore fanno parte del pool chimico degli oli essenziali anche composti azotati e solforati.

Sono sostanze odorose che possono avere funzione di richiamo verso gli insetti impollinatori ma anche repellenti nei confronti dei predatori; possono inoltre aver funzione disinfettante per la pianta. Non sono contenuti nei vacuoli poiché da lì non potrebbero diffondersi verso l’esterno della cellula ma sono localizzati in strutture ghiandolari predisposte alla diffusione nell’ambiente delle sostanze volatili. Queste strutture possono essere diverse da pianta a pianta, ad esempio nella Rosa saranno i petali, nella Menta piperita le foglie, nell’Aglio i bulbi, negli Agrumi la scorza…. Per definizione le sostanze aromatiche sono definite essenze finchè restano nei tessuti della pianta, una volta estratte, diventano Oli Essenziali.

Gli oli essenziali sono molto abbondanti in certe famiglie di vegetali e, nell’ambito della stessa specie, ne esistono alcune con contenuti decisamente superiori. Il contenuto varia anche in relazione al clima e al tipo di terreno in cui le piante aromatiche si sono sviluppate, in genere le piante che vivono in climi caldi contengono maggiori quantità di olio essenziale. Naturalmente la raccolta deve sempre rispettare la regola del tempo balsamico della pianta o delle sue parti. Un altro aspetto singolare che può riguardare le piante a oli essenziali è legato alle parti della pianta stessa che vengono utilizzate; in effetti gli oli essenziali contenuti in parti diverse della stessa pianta , possono avere caratteristiche differenti : ad esempio l’olio essenziale dell’Arancio amaro-epicarpo è molto diverso per l’odore e per le caratteristiche farmacologiche da quello ottenuto per distillazione dei fiori (chiamato nèroly) o da quello distillato da foglie, rametti e frutti immaturi (chiamato petitgrain); l’essenza di nèroly , prima gialla poi rosso-bruna a seguito del contatto con l’aria, ha odore delicato e contiene antranilato di metile; l’essenza di petitgrain è ricca di acetato di linalile e linalolo ed hanno ovviamente proprietà diverse.

Gli oli essenziali sono in genere liquidi a temperatura ordinaria, volatili, di consistenza oleosa, più o meno fluidi con una densità spesso inferiore a quella dell’acqua (che è uguale a 1) e che varia da 0.759 a 1.187; di odore aromatico possono essere incolori ma anche intensamente colorati come il Benzoino e la Cannella che sono rosso-bruno, o blu per i composti azulenici della Camomilla matricaria, colore che tende a scurirsi nel tempo per fenomeni di ossidazione.

Sono poco solubili in acqua, ma essendo lievemente idrofili, possono trasmettere l’aroma e farla diventare acqua aromatica; sono invece ben solubili in alcool, etere, cloroformio e nella maggior parte dei solventi organici. Hanno sapore acre, piccante, sono infiammabili e bruciano con fiamma fuligginosa. Possono essere considerati sostanze lipidiche a tutti gli effetti, ma decisamente diversi dagli oli fissi poiche’ gli oli essenziali sono dotati di una notevole volatilità mentre gli oli fissi o grassi sono lipidi non distillabili in corrente di vapore. L’utilizzo degli oli essenziali, compreso i metodi di estrazione, sono noti sin dai tempi più remoti; le antiche civiltà ne apprezzavano le proprietà sotto forma di incensi, profumi e cosmetici, ne sfruttavano inoltre le proprietà in medicina o in applicazioni culinarie; sebbene l’utilizzo rituale dei profumi viene fatto coincidere con la scoperta del fuoco, furono però gli Egizi a sviluppare intensamente il culto delle essenze; per gli antichi Egizi l’igiene quotidiana rivestiva un ruolo di primaria importanza ed era consuetudine utilizzare le essenze come deodoranti; era abitudine profumare la casa e gli indumenti mediante fumigazioni a base di mirra o resina di terebinto o di altre piante aromatiche. Fu la pratica dell’imbalsamazione a dare un forte impulso allo sviluppo dell’utilizzo delle piante aromatiche i cui gli oli essenziali venivano impiegati per coprire gli odori sgradevoli durante le procedure ma anche a scopo rituale per fornire gli spiriti dei defunti di alcune essenze da offrire agli dei durante il viaggio nell’aldilà. Sono stati gli Arabi, in epoca più recente, ad attribuire a queste piante un ruolo primario nell’arsenale terapeutico di quei tempi. Tuttavia la metodica di estrazione degli oli essenziali applicata in modo rigorosamente scientifico, risale solo all’inizio del XX secolo; furono Chamberland, Cadèac e Martindale i primi ricercatori che dimostrarono il potere antisettico degli oli essenziali, ma i veri maestri dell’aromaterapia furono Gattefosse’ e in seguito Valnet e collaboratori; R.M. Gattefosse’ è considerato il pioniere della profumeria moderna e scoprì per caso il potere lenitivo dell’olio essenziale di lavanda, quando ustionatosi le mani in laboratorio, immerse istintivamente le mani in un contenitore pieno appunto di olio essenziale di lavanda traendone grande beneficio.

Questo prezioso arsenale terapeutico fornito dalle piante aromatiche viene ottenuto attraverso varie metodiche come la distillazione in corrente di vapore oppure la spremitura o l’estrazione tramite solventi.

La distillazione è la tecnica di estrazione degli oli essenziali più usata ed è utilizzata per trattare la maggior parte delle piante aromatiche. Tramite la distillazione vengono sfruttate alcune delle proprietà fisiche degli oli essenziali, come la volatilità, la solubilità e la densità. Con questo metodo si separano gli oli essenziali dai tessuti della pianta che li contiene, attraverso il loro passaggio nel vapore acqueo; proprio perché volatili, gli oli essenziali sono facilmente vaporizzabili e quindi facilmente trasportabili dal vapore acqueo nonostante il loro alto punto di ebollizione. Questo metodo prevede dapprima la preparazione della pianta che viene poi posta in una camera di distillazione dove verrà poi convogliato il vapor d’acqua: questi trascinerà con sé l’essenza formando una miscela costituita da olio essenziale e vapore acqueo che, a sua volta verrà fatto passare in una colonna refrigerante, quindi condensandosi, separerà rapidamente l’acqua dall’olio essenziale.

Questa operazione è facilmente realizzabile perché acqua e olio essenziale sono immiscibili fra loro e anche di densità differenti: la separazione si realizzerà per semplice decantazione. I vantaggi di questa procedura di estrazione sono molteplici : si lavora a temperature attorno ai 100° e quindi lontana dal punto di ebollizione delle essenze, e visto che si opera a temperatura costante, si evita il deterioramento degli oli essenziali e si assicura una buona volatilità degli stessi; in secondo luogo il vapore acqueo ha la proprietà di rigonfiare i tessuti vegetali e di dilatare i pori, favorendo la rottura delle cellule essenzifere favorendo così il passaggio dei principi attivi volatili nella corrente di vapore; inoltre l’olio essenziale può essere facilmente separato dall’acqua condensata per decantazione, viste le differenti solubilità e densità. L’estrazione vede la perdita di pochissimo olio essenziale, data la sua bassissima solubilità in acqua; inoltre anche se una piccola parte venisse disciolta, la si potrà sfruttare utilizzando l’acqua aromatica. L’acqua aromatica che si raccoglie dopo la distillazione, contenendo tracce di essenza idrosolubile, viene impiegata, se non riutilizzata per successive distillazioni, in fitocosmesi o in liquoreria.

Il metodo della distillazione in corrente di vapore è economico visto che si usa acqua corrente. Una metodica evolutiva della distillazione in corrente di vapore è costituita dall’eseguire la tecnica a pressione ridotta; in questo modo, collegando la camera di distillazione (caldaia) a una pompa a vuoto, vi si crea una depressione, per cui la temperatura di ebollizione dell’acqua si abbassa e di conseguenza vengono rispettati i costituenti chimici più sensibili alle temperature elevate; si possono inoltre evitare fenomeni di idrolisi che la temperatura elevata favorisce, si accelerano i tempi di esecuzione, si lavora in carenza di aria e quindi di ossigeno evitando fenomeni di ossidazione; è un metodo che potrà favorire l’estrazione di quei composti altobollenti che richiederebbero temperature particolarmente elevate per poter essere trasportati nella corrente di vapore.

GLI OLI ESSENZIALI

“I profumi attraversano i nostri corpi e come codici segreti sbloccano le serrature della memoria, liberano i ricordi e portano messaggi che puntano diritto al cuore”

Una procedura di estrazione di tipo meccanico è quella definita a “pressione e spremitura “. Viene utilizzata per quelle piante che vedono il collocamento delle essenze in cellule superficiali dei tessuti vegetali e presenti in grandi quantità, come nei frutti del genere “Citrus”: in queste specie le essenze si trovano negli otricoli dell’epicarpo del frutto, cioè nella buccia; sono facilmente ossidabili per cui non sarebbe possibile un’estrazione a caldo. La procedura prevede metodi differenti: o mediante una spremitura manuale detta “sfumatura”, che viene realizzata su di un tessuto assorbente, che a sua volta verrà spremuto in un recipiente di raccolta; l’altro sistema di spremitura è realizzato mediante l’utilizzo di macchine definite “sfumatrici”: l’epicarpo del frutto fresco viene posto in sacchetti di crine e poi sottoposto a forte pressione in torchi idraulici; l’azione meccanica provoca la rottura delle cellule oleifere e la fuoriuscita dell’olio essenziale che viene quindi raccolto in appositi contenitori.

Un terzo sistema di estrazione meccanica è il cosiddetto “ENFLEURAGE”; si utilizza per tessuti vegetali molto delicati come fiori interi e petali, che non sopporterebbero l’eccessiva manipolazione; si utilizza anche per estrarre profumi di grande finezza che con altri metodi estrattivi tenderebbero ad alterarsi. Può essere utilizzato anche quando il contenuto di olio essenziale è molto basso, per cui sarebbe impossibile separarli mediante distillazione poiché l’essenza si disperderebbe nell’acqua. L’enfleurage consiste nell’appoggiare i fiori, immediatamente dopo la raccolta, su uno strato costituito da una miscela di grassi purificati. I fiori vengono sostituiti ogni 24-72 ore e dopo circa 30 sostituzioni, il grasso risulta saturo di essenza e viene definito pommade. A questo punto il grasso viene trattato con alcool puro o altri solventi opportunamente scelti che verranno poi fatti evaporare sotto vuoto separando così l’olio essenziale. Pommade n.30, sta ad indicare il numero di volte che è stata ripetuta la sostituzione dei fiori sul grasso e questo numero evidenzia quindi il cosiddetto “valore fiorale”.

Esiste infine la procedura che prevede l’estrazione con solventi organici volatili; questa metodica è utilizzata per quei vegetali dal profumo delicato, poco ricchi di essenza e facilmente alterabili nel processo di distillazione come Violetta, Mimosa, Gelsomino, Iris, Mughetto, Ylang-Ylang, Caprifoglio, Garofano fiori, Magnolia, Giglio, Narciso .. Le parti della pianta vengono collocate in apposite apparecchiature in cui viene fatto scorrere un solvente opportuno; questo potrà essere esano o etere di petrolio o solfuro di carbonio o benzene; non dovrà interagire con i componenti chimici dell’essenza, dovrà essere bassobollente quindi volatile, immiscibile con l’acqua, inoltre avere bassa tossicità, non avere odore o possedere eventualmente un odore gradevole. Al termine dell’estrazione il solvente volatile verrà allontanato in condizioni di sottovuoto e a basse temperature.

Proprietà.

Gli oli essenziali sono caratterizzati dal manifestare un’attività, nell’uomo, non solo a livello fisico ma anche a livello psichico. I costituenti degli oli essenziali, il sapore, l’odore, determinano sempre un’azione globale che coinvolge l’unità psicosomatica dell’uomo. Mostrano quindi attività su vari apparati come ad esempio sul digerente in cui il tubo gastro-enterico e relative ghiandole, si rivelano particolarmente sensibili alla stimolazione esercitata dai composti aromatici; questi stimolano per via riflessa, le secrezioni salivari, gastriche, ed enteriche, con effetti di miglioramento della funzione digestiva.

Molti oli essenziali presentano un chiaro organotropismo sia verso il sistema nervoso centrale che verso quello autonomo. E’ con il metodo aromaterapico che vengono maggiormente esaltate le attività nei confronti del sistema nervoso; sfruttando infatti la volatilità e l’odore degli oli essenziali si determina un’azione di stimolo nei confronti delle cellule olfattive immerse nella mucosa della porzione superiore della cavità nasale; ogni cellula olfattiva è di fatto una cellula nervosa che possiede un prolungamento, chiamato assone, lungo il quale viaggia l’informazione; gli assoni attraversano l’osso etmoide e raggiungono il bulbo olfattivo; dal bulbo, tramite il nervo olfattivo, il “treno” di segnali raggiunge l’amigdala dove viene decodificato, elaborato ed interpretato.

Questa trasmissione di segnali è particolarmente complessa, coinvolge strutture nervose come l’ippocampo, l’ipotalamo e altri ambiti coinvolti nelle funzioni emotive, motivazionali, e mnemoniche; lo stimolo olfattivo può coinvolgere anche il talamo e la corteccia frontale, sviluppando così influenze anche sul sistema immunitario ed endocrino sempre interagenti fra loro. La prescrizione degli oli essenziali deve essere realizzata da professionisti esperti sull’utilizzo di questa preziosa risorsa vegetale, infatti alcuni oli essenziali possono mostrare manifestazioni avverse se usati impropriamente soprattutto se viene indicata la via sistemica; il modo più frequentemente e correttamente adottato è quello aromaterapico, attraverso la diffusione ambientale dell’olio essenziale oppure per applicazione cutanea; una particolare attenzione va posta nella popolazione pediatrica dove sono autorizzati solo pochissimi oli essenziali e solo attraverso il metodo inalatorio.

Danilo Carloni

Farmacista, Erborista laureato

Consiglio Direttivo Società Italiana di Fitoterapia